La realtà dell'inconscio e l'evoluzione

"Che cos'è l'inconscio?"
Si domandava lo psicoanalista e studioso dell'interrelazione linguistica tra gli umani Jacques Lacan che ci teneva in particolar modo e ne faceva un vanto a rimanere radicalmente fedele al padre della psicoanalisi Sigmund Freud.
"E' l'equivoco" - affermava.
Ed era anche la definizione del transfert-controtransfert che si da nella relazione più propriamente psicoanalitica.


Ma l'equivoco è appunto l'interdipendenza e non altro - sostiene la psicoanalista che considera la relazione Freud-Jung alla stregua di uno sviluppo e superamento dialettico, precisando che nella logica relazionale intersoggettiva non vi può essere possibilità alcuna di equivoci.
L'inconscio quindi non si può assolutamente paragonare ad un oceano improsciugabile come fanno alcuni: è la logica relazionale interdipendente infatti che produce e riproduce l'inconscio.
Come concepire quindi il progresso e a maggior ragione l'evoluzione?
Come una rivoluzione logica.

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